“Gli Dei hanno anteposto la diagnosi alla terapia .....ma la diagnosi rimane una parola vuota
se poi non porta ad alcun beneficio terapeutico”
— Volhard.

L'approccio diagnostico presso il nostro centro è simile a quello tradizionale previsto anche negli altri centri di medicina del dolore e hanno soprattutto lo scopo di mettere in evidenza eventuali danni corporei, ma non le vere cause del dolore cronico. Nella diagnosi del dolore cronico le Indagini diagnostiche quali, ad esempio, la radiografia, la tomografia assiale computarizzata (TAC,), la risonanza magnetica, l'ecodoppler, gli esami ematochimici e liquorali, le discografie, i blocchi diagnostici ed altri, non sono di grande utilità poiché, come detto, non sempre esiste uno stretto rapporto fra dolore cronico e le lesioni visibili nelle immagini strumentali diagnostici.

 

Di migliore utilità potrebbe, invece, risultare l'elettro-neurovegetativogramma per la valutazione della componente simpatico-emotiva.

In conclusione, a tutt'oggi, per le varie sindromi dolorose croniche, non esistono indagini diagnostiche strumentali e di laboratorio specifiche. Certe valutazioni e decisioni diagnostiche devono, pertanto, considerarsi arbitrarie e, a volte, anche danni fisici e disagi psicologici. per i pazienti

Nella pratica clinica, per la valutazione del dolore cronico, molto più utili risultano invece:

  1. L'anamnesi e la rivalutazione della sindrome dolorosa cronica del paziente
  2. La dettagliata raccolta della storia clinica e l'accurato L'esame obiettivo fisico, ortopedico e neurologico.
  3. La valutazione dello stile di vita e della costituzione e personalità emotiva e comportamentale del paziente.
Per la valutazione del danno fisico che, come detto, non sempre è causa di dolore, ci serviamo delle altre indagini diagnostiche già menzionate e che sono quelle di routine impiegate negli altri centri di terapia del dolore.